Siamo nel cuore di Pistoia, in una piccolissima costola di Via degli Orafi, c’è una
Trattoria che ha segnato la storia del “mangiare” Pistoiese: la Trattoria Abbondanza.
A due centimetri dalla super-modaiola “sala” ma distante quel tanto che basta per
godere dell’intimità del centro storico, quello dei vicoli, dei vecchi portoni, delle luci calde.
Raccogliere l’eredità gastronomica di Iccio (Patrizio Menici), non era
cosa da poco, nel 2016, questa responsabilità se la sono presa tutta, due
fratelli, già noti alla ristorazione Pistoiese, Cristian e Francesco Ercolini.
Con Cristian ci siamo conosciuti qualche anno fa, devo dire che abbiamo
tentato varie volte di prenotare nel suo locale, ma il caso ha voluto, che il nostro
giorno libero coincidesse proprio con il giorno di chiusura della Trattoria,
finalmente, dopo due anni precisi dal nostro incontro, riusciamo nell’impresa.
Non avevamo prenotato perché non sapevamo di andare, è capitato per caso,
senza volerlo ci siamo trovati a Pistoia per l’ora di cena, e gli abbiamo fatto la
cosiddetta “improvvisata”, neanche una delle più facili, perché eravamo in 7.
I tavoli esterni erano tutti occupati ma, stringi di qui… sposta di la… in un paio di
minuti eravamo tutti seduti. La cura dei particolari usata per l’arredamento delle salette
interne, da una bella spallata al termine “Trattoria”, che resta in piedi soltanto grazie
alla giungla lessicale che regna in questo settore. Chiamatela comunque come volete,
l’accoglienza e la cucina offerta dall’Abbondanza, saranno quello che ricorderete di più.
Un’ offerta gastronomica che affonda le sue radici nella cucina tradizionale
Toscana, quella che fa riaffacciare le antiche ricette popolari, rivisitate
e corrette con personalità e aggiustamenti contemporanei, nelle cotture e
nelle presentazioni. La già buona cucina viene accentuata dall’alta qualità
delle materie prime utilizzate, preferite per stagionalità e brevità della filiera.
Battuta di Manzo alla puttanesca, Olive, Capperi, Pomodori confit, Cipollotto, Olio all’Acciuga e Ricotta al Grana
Degli stratosferici Ravioli di Melanzana e Scamorza affumicata, con Pomodoro
candito e colatura di Scamorza, ma potevamo spaziare e scegliere le Tagliatelle di
Pasta fresca al Ragù bianco dell’aia con Olive taggiasche, oppure Gnocchetto di
Patate e Rape rosse con Vongole, Zucchine e Fiore di Zucca, ancora Risotto con
Verdure dell’Orto alla parmigiana, o verso il mare, Spaghetti alla Trabaccolara.
È un vino di antica tradizione il rosato, “Bolgheri D.O.C. Rosato 2018,
Campo al Mare , della Tenuta Folonari, è odoroso e di grande freschezza,
al palato arriva come una carezza delicata… grande complice stasera.
Ci sono dei piatti che hanno fatto la storia di questo locale,
Cristian e Francesco lo sanno bene: squadra che vince…
Tutt’intorno ad una bellissima palazzina dai colori pastello, ocra, verde e arancio,
si aprono i 25 ettari di vigneti, coccolati dai F.lli Betti (Guido e Gherardo), della
Fattoria Betti, noi stasera siamo campanilisti e diamo respiro ad un Merlot in purezza,
Il mio Coniglio era ottimo, ma ho fatto veramente fatica a non “rubare” i Calamari
dal piatto di Tania. L’altro piatto di mare, con Cipollotto e Crema di Friggitelli,
era il Filetto all’Ombrina. Vari contorni: erbette saltate e Patate alla Salvia.
Per gli amanti del”Confit“, Coscia di Pollo con Insalatina alla Mela verde,
placate le voglie dei griglia-lovers con un Gran Pezzo di Manzo alla griglia e
per finire, classiche, appaganti, intramontabili, Melanzane alla parmigiana.
Diceva Harriet Van Horne, giornalista-critico cinematografico, “La cucina
è come l’amore. Bisogna accostarvisi con abbandono, o non
accostarvisi per niente”. Cara Harriet… la pensiamo così anche noi.
Per chiudere in dolcezza, arrivano come un piccolo piatto d’entrata, nel delicato,
morbido, tenero, melodioso, armonioso, angelico, rugiadoso, pastoso, flautato,
mieloso (PUÒ BASTARE?), mondo dei dolci… degli avvolgenti e friabili, Biscotti Sablés
A cascata… come se piovesse…vergognosamente, ammettiamo di averli scelti TUTTI!!!
Una voce fuoricampo sussurra: ci vorrebbe un grappino… e arriva la Taiadèa
(POLI) un liquore a base di Grappa e infusione di corteccia di China Calissaya.
Ringraziamo Francesco per la “cucina”, al quale confessiamo di aver barbaramente
torturato suo fratello fino a che non ci ha dato la ricetta di un dolce (tutti molto buoni).
La prossima volta torneremo per la mitica “cioncia” e per il Baccalà… per le paste
ripiene, per gli Gnocchi, e per tutti i Formaggi e Salumi che abbiamo saltato…