LOCALE CHIUSO
“Meglio godersi la rosa… guardarla, ammirarla… sentirne il profumo
e gioire della sua bellezza, che esaminare le sue radici al microscopio”.
Oscar Wilde, più o meno con queste parole, esprimeva un pensiero
semplice: godetevi il sapore delle sensazioni, esaltate la poesia della
cornice oltre che il dipinto… imparate a riconoscere la bellezza e il valore
delle cose che hanno avuto un vissuto… un passato. Evitare l’omologazione
rende liberi. Ci siamo sentiti un po’ così, seduti al tavolo dell’Orto a Empoli.
Ci era piaciuto già da casa, prima di partire. Un posto unico, reso ancora
più speciale dalla sua ubicazione, in centro città. Negozio di fiori…
ristorante… bar… bistrot… fast food… tea room… quale definizione ci
sembra più appropriata? Tutte. Dalla frequentatissima Via Roma,
a Empoli, entrare in questo ristorante, può confondere le idee. Penserete:
siamo ancora in Italia o abbiamo camminato fino a Parigi nel quartiere
Le Marais ? Saliti forse, senza accorgersene, su di un aereo fino
al sud della Londra più cool, nel quartiere di Bermondsey ? Meglio
ancora ragazzi… siamo rimasti in Toscana. L’insegna “L’ORTO”, appoggiata
sul muretto, è gigantesca, proprio di fianco sulla destra c’è l’ingresso.
Ci troviamo immersi in un giardino pieno di fiori, piante ed erbe
aromatiche, un angolo verde con tanto di negozio di fiori annesso.
Ci sono diversi tavoli per poter cenare fuori, ma la stagione è un po’
indietro… non ce lo permette, quindi entriamo. Accoglienza sincera
e sorridente della ragazza che ci accompagna al tavolo. Attraversiamo
un corridoio lungo e stretto che porta ad una delle due sale interne.
Soffitti alti, vetrate industriali, pavimenti spartani, l’ambientazione
è davvero suggestiva, tutto quello che vedono i nostri occhi ci piace.
Il Design Mauro Taliani e Alfonso Tufano hanno sperato che questo locale
fosse interpretato come una piccola oasi di pace, un buen retiro per chi vuol
“tornare indietro”, per chi vuole fermarsi un attimo… e secondo noi, ci sono riusciti.
Dettagli difficilmente trascurabili sottolineano l‘impegno e la maniacale
ricerca anche del più piccolo particolare… un posto davvero incantevole.
(in un ristorante convenzionale si chiamerebbe “sala”) noi invece siamo
nella “serra” accanto… quella più intima, quella dai rossi lampadari… dai
rubinetti dell’acqua accanto ai tavoli e la stufa di maiolica, quella dove attraverso
i vetri, puoi ammirare ancora intatti , i beccatelli delle vecchie mura cittadine.
La lavagna appesa indica i piatti del giorno e noi, mentre assaggiamo i
crostini di benvenuto che ci hanno portato, diamo un’occhiata al menù.
Si mangiano piatti della tradizione toscana: carne, ma anche pesce, lavorati
e preparati con verdure e legumi di provenienza locale. Preferita la filiera
cortissima… frutta e verdura di Ademaro Frutta, salumi della Gastronomia
Moriani, pane del forno di Montegemoli e pasta fresca del Pastificio Gerini.
Io scelgo… Tania ogni volta che vede scritto Baccalà… non ce la fa, è più forte di lei…
Da Palaia, in provincia di pisa, precisamente da Usigliano, proviene questo
IGT rosso, IL GRULLAIO, fruttato, allegro e versatile, tannico quanto basta.
All’Orto son bravi a fare dolci, come potremmo uscire e dire di
non averli assaggiati? Chi resisterebbe ad una vergogna simile?
…e se il baccalà sta alla Tania come il Tiramisù sta a me.
non ci ricordiamo il nome… MA ERA BONO